21/03/2019 - Reclutamento scuola: il Ministro Bussetti studia una soluzione per i docenti precari, adesso ci aspettiamo azioni concrete a partire da una fase transitoria
Apprendiamo dalle dichiarazioni rilasciate dal Ministro Bussetti alla trasmissione FuoriTg (programma del TG3) del 19 marzo, che vi è una consapevolezza del problema del reclutamento degli insegnanti: auspichiamo che questa affermazione si traduca in un impegno a individuare una fase transitoria per i docenti precari: “Sappiamo di avere un problema di reclutamento e vogliamo procedere in maniera celere. Chiaro che chi ha avuto già una certa esperienza questa verrà tenuta in considerazione. Alcuni concorsi sono stati già avviati. Per i docenti precari, seconda e terza fascia, stiamo studiando delle soluzioni.”
È la prima volta che il Ministro ne parla pubblicamente: ciò rappresenta un passo in avanti rispetto alle dichiarazioni trionfalistiche con cui fino a qualche giorno fa annunciava che a settembre non ci sarebbero stati problemi per avere i docenti in cattedra.
La realtà dei numeri dei pensionamenti e delle cattedre scoperte ci consegna uno scenario tutt’altro che ottimistico, con oltre 147.000 posti da coprire e le procedure concorsuali in essere tutte in corso di svolgimento e non portate a termine, altre ancora neppure avviate.
I numerosi provvedimenti che sono in via di conversione nelle aule parlamentari (vedi ad esempio il decreto concretezza) sono l’occasione buona per tradurre queste dichiarazioni di principio in impegni concreti, nella consapevolezza che le misure assunte sinora non sono sufficienti a valorizzare l’esperienza dei docenti precari che da anni stanno portano avanti le nostre scuole.
È necessario che le professionalità maturate da chi per anni ha sopperito alle carenze del sistema vengano riconosciute, anche nell’ambito dei servizi amministrativi, come ad esempio la valorizzazione del servizio svolto in questi anni dagli assistenti amministrativi come facenti funzione, ai fini del concorso DSGA.
Come FLC CGIL continueremo a sollecitare l’amministrazione in tal senso, e a sostenere queste battaglie, senza escludere in assenza di risposte, azioni più incisive.